Nel corso di preliminari servizi di osservazione, i miliari operanti avevano focalizzato la loro attenzione su due giovani pastori i quali, fin dalle prime luci dell’alba, si occupavano, di tutte le attività riguardanti il governo degli animali, ovvero il pascolo, la mungitura e la pulizia delle stalle.
Ad entrambi era riservato un alloggio fatiscente ed in cattive condizioni igieniche, come certificato dai medici dell’Asl. Si trattava di un locale, ricavato all’interno della masseria, nel quale la cucina era costituita da un fornello alimentato da una bombola di gas, mentre per i fabbisogni personali si servivano di acqua prelevata da una cisterna utilizzata anche dagli animali. Il datore di lavoro, agendo direttamente o per mezzo del suo familiare, aveva imposto le sue volontà, recandosi spesso sul posto per verificare l’andamento delle attività, rifiutando qualsiasi aumento di stipendio e approfittando dello stato di difficoltà delle vittime, costrette ad accettare qualsiasi condizione, anche di sfruttamento, pur di inviare quanto guadagnato a moglie e figli nel paese di origine.
Al termine degli accertamenti sono stati entrambi arrestati con l’accusa di sfruttamento del lavoro, inoltre sono state contestate altre violazioni connesse quali: l’omessa formazione dei dipendenti sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e mancata valutazione delle condizioni di salute in relazione all’impiego (artt. 18, 36, 37, d.lgs 81/2008); l’impiego di lavoratori subordinati “in nero” (art. 3 d.l. 12/2002) e il divieto di retribuzione mediante pagamenti non tracciabili (art. 1 co. 910, 913 L. 205/2017). Su disposizione della competente A.G., sono stati sottoposto agli arresti domiciliari.
Contestualmente sono state elevate sanzioni amministrative ed ammende per quasi 33.000,00 euro e la sospensione dell’attività produttiva.
I Carabinieri proseguono gli accertamenti e le verifiche sulle attività agricole e pastorizie delle masserie della provincia, non potendosi escludere altri casi di sfruttamento de lavoro.